A seguito del Protocollo firmato dalla Cei con il Governo ecco un messaggio del Vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede, don Mario Antonelli, indirizzato ai responsabili delle Comunità pastorali, ai parroci, al clero, ai Superiori locali, ai Consigli pastorali e alle Diaconie
di don Mario ANTONELLI Vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede
Dopo tre mesi di gesso, cara grazia se stai in piedi. Osi qualche passo, magari non disdegnando una stampella o una spalla amica. A nessuno viene in mente di correre.
Nel Protocollo sottoscritto ieri dal Presidente della Cei, dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Interni risuona un «Dovremmo farcela a riprendere», a riprendere in particolare la celebrazione comunitaria dell’Eucaristia. La gioia sarà misurata, scortata com’è da ragionevoli timori e da incognite pesanti. Il Protocollo intende «tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale». Declina così parole d’ordine inderogabili come distanziamento, protezione, scaglionamento, controllo.
Certamente avvertiamo il rischio – reale – che queste «necessarie misure da ottemperare con cura» penalizzino il senso dell’Eucaristia e del suo frutto, la sua bellezza sommamente desiderabile di comunione grata con il Signore Gesù e di comunione ecclesiale, nella libertà gioiosa dei figli di Dio. Insieme, il sensus fidei del popolo di Dio ci invita a non pretendere l’incanto di condizioni ideali per celebrare quella grazia che – lo sappiamo – mai è schizzinosa nei confronti della storia e dei suoi contrattempi, delle sue leggi e delle sue tribolazioni.
Osiamo dunque qualche passo, con pazienza. Che vuol dire con la passione dell’amore del Signore, patendo i tempi con il loro carico di disagi e di restrizioni, pazientando nell’attesa di condizioni che gradualmente consentano di celebrare ancor più degnamente l’Eucaristia.
Perché la ripresa avvenga con fiducia e pazienza, invito a far tesoro delle indicazioni che a breve, tramite i Decani, saranno fornite dall’Avvocatura della Curia, soprattutto quelle relative alla determinazione della capienza del luogo della celebrazione e alle procedure per l’igienizzazione del luogo stesso.
Inoltre vi partecipo volentieri quanto emerso già nelle passate settimane nel discernimento guidato dall’Arcivescovo:
Alla singola comunità pastorale/parrocchia spetta la responsabilità di prevedere e assicurare il contingentamento della partecipazione alla celebrazione secondo i criteri più consoni alla realtà locale: dalla convocazione per quartieri/rioni alla segnalazione/“prenotazione” in segreteria o tramite app ad altri ancora. In ogni caso, nell’eventualità di dover contenere il numero dei partecipanti, raccomandiamo di non escludere gli anziani.
Continuiamo a incentivare e sostenere la celebrazione domestica del mistero pasquale, nell’ascolto della Parola e nella preghiera che vedono all’opera la responsabilità battesimale di ciascuno.
Continuiamo o cominciamo ad assicurare la diffusione via streaming della celebrazione della Messa, alimentando anche così la fede e il legame comunitario per quanti non possano o non ritengano prudente partecipare alla Messa; e senza che, in proposito, si moltiplichino parole sul precetto festivo.
Consideriamo l’ipotesi di incrementare il numero delle Messe soltanto se la partecipazione attesa superi significativamente la capienza determinata per il luogo della celebrazione. La sintonia con attese e intenzioni del popolo di Dio consentirà certamente ai parroci e ai consigli pastorali di orientarsi con sapienza, anche mettendo in conto qualche aggiustamento soprattutto nelle prime domeniche della ripresa.
Almeno per l’avvio di questa ripresa, auspicabilmente per la prima domenica, cerchiamo con l’amministrazione comunale una qualche condivisione di responsabilità, così che il controllo, in specie nella fase di ingresso e di uscita dei fedeli, veda eventualmente la collaborazione della Polizia Locale e/o della Protezione Civile. In questo senso è incoraggiante quanto avvenuto per le esequie in alcuni comuni della diocesi.
Andiamo, a nostro agio nella storia, proprio sopportandone i disagi, con responsabilità civica e gioia del Vangelo. Qualche passo; un giorno correremo, chissà, anche meglio di prima.
Con ammirazione e gratitudine per la vostra dedizione, vi abbraccio.
Fonte: www.chiesadimilano.it Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
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