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ASSEMBLEA DECANALE DI INIZIO D'ANNO

Sabato 15 ottobre 2022, nel Cineteatro San Giovanni Bosco si è tenuta l'Assemblea pastorale di inizio d'anno per i Consigli pastorali e i fedeli delle Parrocchie di Busto Arsizio.

Dopo un momento di preghiera dedicato all'invocazione dello Spirito Santo, Mons. Severino Pagani, decano della città, ci introduce alla riflessione attraverso una lettura dell'oggi filtrata alla luce della lettera pastorale del nostro arcivescovo: "Kyrie, Alleluia, Amen".


INTRODUZIONE: LA PROPOSTA PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO

Don Severino Pagani, Kyrie Alleluia Amen


1. Le motivazioni della scelta.

Il vescovo non ha altra proposta pastorale se non l’anno liturgico, la celebrazione del mistero della Pasqua nel distendersi di un anno è il principio della vita cristiana. Il celebrare è quell’attività della comunità cristiana che è passività: lasciarsi fare.


L’esperienza dell’insignificanza e dell’irrilevanza della celebrazione dei santi misteri per il rinnovamento della Chiesa e della vita delle persone è un fatto che ci provoca, ci interroga, di invita a conversione.


La vita delle comunità cristiane della nostra diocesi è caratterizzata da una ammirevole generosità, da intraprendenza eccellente, da una diffusa e radicata sensibilità verso le emergenze (educative, sociali, ecc). Le opere sono molte e buone.


Ma il racconto che se ne fa è spesso triste, segnato da frustrazione, insoddisfatto. Forse nell’affanno dell’agire se ne smarrisce il senso. Forse l’invito a rimanere in Gesù (senza di me non potete fare nulla) è troppo dimenticato?


Nelle comunità sono presenti molte opere buone e molti appuntamenti di preghiera. L’impressione è che si tratta di linee parallele, compresenti, ma estranee. La celebrazione non interagisce con la pratica quotidiana della carità nelle sue varie forme; la pratica della carità non interagisce con la preghiera.


2. Imparare a pregare da Gesù, come Gesù, in Gesù.

Nella missione di Gesù la preghiera, la relazione con il Padre, la partecipazione al culto del tempio sono intrinsecamente connessi. La memoria di Gesù, la nuova ed eterna alleanza, sono accessibili a tutti i tempi, da tutti i luoghi in forza del celebrare. Non la partecipazione emotiva, non la riflessione meditativa bastano per riconoscere la presenza di Gesù, il risorto. Ma lo riconobbero allo spezzare del pane.


Mettere in evidenza alcune parole ricorrenti nella celebrazione può essere di aiuto a riconoscere la inscindibile connessione tra la celebrazione e la vita:

Kyrie, eleison: la fede pasquale professata come invocazione della misericordia che avvolge con la sua gloria tutta la vita, tutta la persona;

Alleluia: la fede pasquale cantata come una corale espressione della gioia.

Amen: la libertà che si determina per la sequela, per il compimento della vocazione.


A quali condizioni il celebrare trasfigura la vita della comunità, divinizza le persone conformandole al Figlio?

La domanda chiede la risposta di ciascuno perché ciascuno si renda disponibile all’opera dello Spirito che prega in noi.


La domanda chiede una cura per le condizioni in cui la comunità celebra. Perciò è necessario che un gruppo di persone attente, formate, disponibili si prendano cura della celebrazione dell’Eucaristia, della celebrazione della liturgia delle ore, delle forme di preghiera comune che radunano le persone anche quando non è possibile la presenza del prete per la celebrazione.


Il “Gruppo liturgico” rende la comunità attenta al convenire, all’ascoltare, al cantare, al silenzio, al congedarsi: non si tratta solo della esecuzione dignitosa del rito nella forma semplice e nella forma solenne. Si tratta di favorire che la celebrazione e la preghiera comunitaria diano alla comunità i tratti della “Sposa dell’Agnello”: unita, libera, lieta. Del mistero celebrato vive la comunità: tutte le manifestazioni dell’attività pastorale attingono alla presenza del Signore risorto, riconosciuto allo spezzare del pane, le motivazioni e i criteri.


Il volto della “Chiesa dalle genti”, l’Assemblea Sinodale Decanale, le attività di formazione dall’iniziazione cristiana alla cura per le diverse fasce di età, all’accompagnamento al matrimonio cristiano, le attività della carità, l’impegno nella scuola, nelle attività sociali e nelle responsabilità amministrative e politiche, nella prossimità a chi è malato, a chi è solo, sono frutto del mistero celebrato, altrimenti rischiano di essere un cumulo di “cose da fare” che stancano e lasciano sempre con la frustrazione di non aver altro che due pani. Che cos’è questo per tanta gente?


3. Un popolo che prega.

Il riferimento al mistero celebrato alimenta le forme di preghiera comunitarie e personali che alimentano la fiducia, qualificano il tempo, seminano principio di conversione del correre dei giorni. Di fronte ai grandi temi e alle sfide che ci sembrano troppo più grandi di noi non ci perdiamo d’animo: preghiamo per la pace, preghiamo per le vocazioni, preghiamo per le famiglie, per i ragazzi e i giovani.


Il radunarsi in preghiera custodisce la serenità e la concordia delle famiglie.

La preghiera personale dà alla vita cristiana un ritmo e la coscienza della presenza del Signore in ogni momento. Le forme di preghiera più diffuse nel popolo cristiano (adorazione eucaristica, rosario, rete di preghiera con il Santo Padre, preghiera per le vocazioni, preghiera per la pace) meritano di essere coltivate, approfondite, illuminate dalla Parola di Dio e da una formazione costante.


Riascolta l'intervento qui:

 

Nella prima parte della mattinata siamo guidati da Don Gaudenzio Santambrogio attraverso una Lectio Divina:


L’ASCOLTO DELLA PAROLA: "COSA VUOI CHE IO FACCIA PER TE?"

Don Gaudenzio Santambrogio, La cura della persona nel momento del bisogno


Dal Vangelo di Luca (Lc 18, 35-43)

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». 39Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio


Il contesto del brano

Il racconto che vengono proposto nel capitolo 18 del vangelo di Luca sono ambientati lungo la strada reale che va verso Gerusalemme, la città che uccide i profeti (13,33-34). In questa città il Figlio, re profeta e messia sarà tolto dal mondo (9,51).


Di fronte ad una comunità che fa fatica a perseverare, che vive con orgoglio e presunzione anche la sua appartenenza religiosa, e che rischia un eccessivo attaccamento alla ricchezza, Luca mostra un Gesù, che prima della salire alla città santa mette in luce le condizioni necessarie per entrare nel Regno di Dio:


la preghiera incessante (vedova importuna Lc 18,1-9),

la preghiera umile (il pubblicano e il fariseo Lc 18,9-14);

la rinuncia alle ricchezze e l’affidarsi a Dio ( Lc 18,15-34),

la necessità del soffrire (annuncio della passione Lc 18,31-34).


Solo così si può ritrovare la vera luce (la vista del cieco di Gerico) del mistero pasquale.


Riascolta l'intervento qui:


 

Due interventi accompagnano la seconda parte della mattinata:

Maria Teresa Gallazzi, Moderatrice del Gruppo Barnaba, ci aggiorna sull'Assemblea Sinodale Decanale; Massimo Zocchi, membro del Gruppo Barnaba, ci illustra la proposta di lavoro per l'anno 2022-2023.


AGGIORNAMENTO SULL’ASSEMBLEA SNODALE DECANALE

Maria Teresa Gallazzi


Dalla Nota dell’Arcivescovo


1. Lo scopo dell’Assemblea Sinodale Decanale

L’Assemblea Sinodale Decanale, con lo sguardo della fede, docile allo Spirito Santo, ascolta e legge il territorio per individuare le priorità che la missione impone.


Nel compito dell’Assemblea sinodale decanale prende corpo l’uscire apostolico che la Chiesa è: uscire propiziato e scandito dalla Parola ascoltata e dal mistero pasquale celebrato, che generano e alimentano quella comunione più intensa, capace di una fraternità universale e di un andare missionario.


Il compito dell’Assemblea sinodale decanale deve dunque riguardare il mondo e le sue periferie, con una passione apostolica e una gioia dell’evangelizzare tali che gli orientamenti e le decisioni prese interpellino le comunità pastorali e parrocchiali a riguardare in chiave missionaria i pilastri stessi e le strutture della loro vita ecclesiale: dalla celebrazione a ogni convenire fraterno, dalla catechesi alla carità, dall’impegno educativo per ragazzi e giovani alla predicazione (Artigiani della sinodalità).


L’assemblea sinodale decanale In questo senso, aiuterà le comunità pastorali e le parrocchie a rivolgere lo sguardo oltre l’organizzazione interna e ad aprirsi alla prospettiva di quell’uscire della Chiesa, di sua natura missionaria, che implica l’aggiornamento del celebrare, dei percorsi di educazione alla fede, della cura del prossimo.


Per il primo mandato, il Gruppo Barnaba promuove, tenendo conto delle caratteristiche del territorio geografico ed esistenziale, la costituzione dell’Assemblea sinodale decanale, guidata dal Moderatore e i membri del Gruppo Barnaba.


In continuità con il Gruppo Barnaba, anche nell’ambito dell’Assemblea sinodale decanale, le seguenti figure continueranno a svolgere un particolare servizio: il Moderatore, il cui specifico compito nell’ambito dell’Assemblea sinodale decanale sarà quello di convocare, presiedere e moderare lo svolgimento dell’incontro e guidare il discernimento rispetto alla missione e agli obiettivi: avrà cura di integrare i nuovi componenti, mettendoli a parte del lavoro fatto, favorirà la coesione delle differenti sensibilità e la sinodalità, svolgendo anche la funzione di raccordo con le altre Assemblee sinodali decanali e la diocesi, in qualità di membro del Consiglio Pastorale Diocesano.


ASSEMBLEA SINODALE DECANALE 2022-23 Moderatrice: Maria Teresa Gallazzi


Con Decreto Arcivescovile dell’8 settembre 2022, viene costituita l’Assemblea sinodale decanale, composta da circa 15-20 membri, permanenti per la durata di quattro anni. Il Gruppo Barnaba costituisce la Giunta dell’Assemblea Sinodale Decanale. L’Assemblea sinodale decanale viene convocata per monitorare costantemente la vita spirituale e pastorale del Decanato secondo un programma che andrà definito di anno in anno. Il Decanato di Busto Arsizio, attraverso il Gruppo Barnaba, ha stabilito per il corrente anno pastorale questa scansione di eventi e appuntamento:


Ottobre Incontro di inizio d’anno:

Presentazione del Percorso pastorale dell’anno

Sabato 15 ottobre – Cinema Teatro Don Bosco


Novembre Scelta dall’ambito pastorale da affrontare

Informazione delle comunità parrocchiali

Formazione del Gruppo preparatorio dell’Assemblea

Composto da circa 30 persone coinvolte

in base alla loro competenza


Dicembre Consultazione dell’Assemblea del Clero

Consultazione dei Consigli Pastorali

Consultazione delle varie commissioni pastorali del decanato

Consultazione delle Associazioni di ispirazioni cristiana


Gennaio Incontri del gruppo preparatorio e preparazione di una sintesi

(da gennaio ad aprile) da diffondere prima dell’assemblea

per sensibilizzare le comunità parrocchiali

Maggio Convegno Pastorale Decanale sull’ambito pastorale prescelto



Riascolta l'intervento qui:


 

LA PROPOSTA PER L’ANNO 2023

Curare e prendersi cura: per una visione integrale dell’approccio alla salute e alla malattia

Massimo Zocchi


Perché questo tema?


Il proposito dell’attività del Gruppo Barnaba e della costituenda Assemblea Sinodale Decanale realizza quanto precedentemente indicato quale obiettivo dell’azione pastorale del decanato e cioè: avviare momenti di ascolto e confronto con le altre istituzioni che creano e custodiscono legami: i mondi del lavoro e della scuola, quello dei servizi alle persone, le istituzioni civili e la pubblica amministrazione, il mondo della cura e della salute e quello dello sport”.


Per la sua prima attività, una sorta di “cantiere” per la costituzione dell’Assemblea sinodale decanale, tra i molti possibili è stato individuato il tema della “salute” e della “cura” nell’ottica dello sviluppo integrale della persona. Il tema, che spinge lo sguardo al di là delle attività della vita parrocchiale, permette di coinvolgere un ventaglio di persone, gruppi e associazioni che, a vario titolo, si occupano della cura e dell’assistenza a soggetti o famiglie di malati. Molti sono di ispirazione cristiana e quelli che non lo sono manifestano una visione della dignità della persona e della mutua solidarietà tra uomini che molto si avvicina al modello evangelico.


Cosa dicono questi soggetti alle nostre comunità? Cosa chiedono? Possiamo sostenere la loro azione “missionaria” e di promozione umana? Quali sottolineature tematiche e quali attenzioni educative possiamo portare nell’azione formativa e pastorale delle nostre comunità?


Riascolta l'intervento qui:



 

La mattinata si conclude con la preghiera dell'Angelus, aprendo spazi di riflessione e di lavoro capillare nelle singole comunità.

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