Entrando in chiesa troverete una culla vuota.
È la culla del presepe: si riempirà a Natale.
È quella culla che può essere il nostro cuore e ci auguriamo che si riempia a Natale dello stesso Contenuto della culla del presepe. È assolutamente necessario che dedichiamo del tempo per prenderci cura del nostro cuore: è urgente!
La ripresa delle attività rischia di essere velocissima e non senza dolore per il cuore, che si era abituato a ritmi più lenti, dei quali però ne aveva e ne ha sempre bisogno.
Ce lo suggerisce da secoli la saggezza del libro dei Proverbi, da cui è tratto il testo del canto che ci accompagnerà in questo tempo liturgico:
“più di ogni cosa degna di cura, custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita”
(Proverbi 4,23)
Infatti il cuore è la sede - la culla - di tutto ciò che fa grande, bella e degna di essere vissuta la vita di ogni persona:
le sensazioni e i sentimenti,
gli affetti,
i desideri,
le convinzioni,
la memoria e le decisioni.
Ecco ciò di cui ci occuperemo per ciascuna delle settimane di questo Avvento! Il “cuore” per la Sacra Scrittura è la sede della coscienza, della consapevolezza, di quello che ci fa dire “io” e “noi”; è la casa dove vuole entrare Gesù per cenare con noi e per mostrarci nella confidenza come si fa e come si può essere con-formi a Lui. E allora prendetevi cura del cuore, dedicategli tempo, energie, silenzi ed anche - perchè no? - i sensi.
Lo faremo insieme, se lo vorrete, nelle mattine del lunedì, nei gruppi di ascolto, nelle domeniche insieme con i genitori dei bambini dell’iniziazione cristiana (ndr. nell'Aperivespro la domenica sera per adolescenti e giovani). Lo faremo quando decideremo di pregare facendoci aiutare dal libretto, dalle decisioni che prenderemo in ordine alla carità, dall’attenzione con cui porremo la benedizione e i segni del Dio che viene nelle nostre case.
È tempo di Avvento, è tempo di attesa e l’attesa - come diceva un cantautore anni fa - è
“un’aria stranamente tesa e un gran bisogno di silenzio... Perché da sempre l’attesa è il destino di chi osserva il mondo con la curiosa sensazione di aver toccato il fondo senza sapere se sarà il momento della sua fine o di un neo-rinascimento”.
O magari - dico io - dell’inizio di una vita nuova. Di un NATALE, insomma!
Buon Avvento!
il vostro parroco don Antonio
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