Nell’introduzione alla proposta pastorale, l’Arcivescovo richiama un argomento già trattato l’anno scorso che però gli sta evidentemente molto a cuore: la liturgia. Scrive infatti: “Non mi stanco di ripetere che la santa Liturgia è il principio della vita cristiana. Rinnovo pertanto l’invito a celebrare i santi misteri in modo che l’opera di Dio si compia in ciascuno e in ogni comunità. Richiamo tutti alla vigilanza, alla lucidità, alla fortezza per evitare di essere reticenti, intimoriti o arroganti in un contesto caratterizzato da opinioni diffuse che confondono il pensiero, le parole, le proposte in ambito educativo e pastorale”.
I capitolo - “Colui che mangia di me vivrà per me”.
Nel primo capitolo, la vita da vivere come dono, l’Arcivescovo scrive: “Gesù invita ad entrare in comunione con lui, Pane di vita, per contrastare la persuasione di essere vivi per se stessi, di essere arbitri della propria esistenza. Saremo tra coloro che ritengono di non poter fare a meno di Gesù, convinti che solo Lui sia la vita che può dare la vita?. Seguire Gesù, dimorare in Gesù, conformarci a Gesù è la condizione per vivere. Senza di Lui non possiamo fare niente”. Ci ricorda poi che “viviamo di una vita ricevuta e la vita non è solo un fatto fi sico, ma è relazione. Proprio perché ci siamo scoperti amati da Dio, sentiamo di avere un debito di amore gli uni verso gli altri. Ci sentiamo chiamati a creare legami sociali, a sciogliere nodi e confl itti latenti, ad off rire dignità, a restituire umanità piena”. Il nostro Pastore conclude proprio ricordando a noi tutti che “la vita nella sua verità è vocazione”.
don Giorgio
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