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Gesù, insegnaci a vivere, a vivere eternamente, come vivi Tu.

Ecco l'omelia (o forse dovremmo dire una preghiera!) davanti all'Eucarestia di don Antonio, in occasione della solennità del Corpus Domini (11/06/2020)


Io sono il pane vivo”.

Gesù, Signore, insegnaci a vivere,

insegnaci a vivere eternamente,

insegnaci a vivere come vivi Tu.

Insegnaci che, per vivere eternamente,

-ce l’hai detto Tu- ci vuole la carne;

cioè ci vuole quello che siamo.

Per vivere eternamente -ricordacelo- ci vogliamo noi,

ci vuole la nostra storia,

i nostri passi, il nostro carattere, i nostri limiti,

con Te ci vogliono anche i nostri errori,

anche i nostri peccati,

perché “dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia”.

Grazie, allora, Signore per ciò che siamo

e scusaci per quando non siamo ciò che siamo.

Perché quello che siamo è il Tuo primo regalo,

il primo regalo che hai fatto a noi.

Gesù, Signore, insegnaci a vivere,

e a vivere eternamente, come vivi Tu,

non a sopravvivere.

E ricordaci che, per vivere,

non solo ci vuole la carne, ci vuole anche il pane.

Ci vuole il frutto del nostro lavoro,

ci vuole quello che facciamo,

ci vogliono le nostre scelte,

le nostre decisioni, le nostre azioni.

Ci vuole quello che vogliamo,

il bene che vogliamo.

Grazie, allora, per il bene che ci vuoi

e perché il bene che ci vuoi ci insegna,

ci spinge – direbbe san Paolo – a volerlo pure noi il bene per gli altri,

perché il primo regalo che possiamo fare agli altri, al nostro prossimo,

è proprio quello che vogliamo fare noi,

sono proprio le nostre scelte, le nostre decisioni, le nostre azioni.

Il primo bene che hai voluto fare a noi

è tutto quello che Tu hai fatto per noi.

Tu, forse, ci hai messi vicini

perché ci potessimo regalare l’uno all’altro.

Gesù, Signore, insegnaci a vivere,

e a vivere eternamente, come ci vuoi Tu,

e ricordaci che per vivere ci vuole il sangue,

quello che Tu hai dato,

quello che Tu hai versato,

quello che Tu hai offerto.

Insomma, per vivere ci vuole quello che possiamo dare,

quello che possiamo offrire,

ci vuole la nostra disponibilità,

il nostro servizio, le nostre possibilità.

Che nessuno dica che sono poche,

perché anche questa Tua carne,

questo tuo pane, questo Tuo sangue

che è sotto i nostri occhi tutte le volte che celebriamo la messa

tutte le volte che, come ora, ce lo mettiamo sotto gli occhi, è poco.

Quantitativamente è poco, in quantità è poco!

Ma in qualità, no!

Cos’hai fatto, Tu, con cinque pani e due pesci?

Che cos’hai fatto, Tu, con un pezzo di pane?

Che cosa stai facendo con un pezzo di pane?

Che cos’hai fatto con dei pezzi di legno?

Che cos’hai fatto con delle ferite?

Grazie, perché ci insegni che la vita non è una questione di quantità,

è una questione di qualità, di stile, di “come”: “amatevi come io vi ho amato”.

Ecco, Gesù, per vivere ci vuole la Tua carne e la nostra carne,

ci vuole il Tuo pane e il nostro pane, il pane che siamo noi,

ci vuole il Tuo sangue, quello che dai tu, e il sangue che possiamo dare noi.

Signore, noi vogliamo vivere

Gesù noi abbiamo, per vivere, bisogno di Te,

di assimilare Te,

di renderci, lo vogliamo, simili a Te.


(don Antonio Corvi)

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