L'Arcivescovo mons. Delpini incontra una famiglia in occasione della festa della mamma e racconta una bellissima storia, come solo lui sa fare.
Qui di seguito riportiamo il video e il testo.
Il permesso per le bambine
Messaggio per la festa della Mamma – 10 maggio 2020
Le bambine, per quella notte, hanno avuto il permesso di visitare i sogni della mamma. I sogni della mamma non li può vedere nessuno: neppure la mamma se ne ricorda. Forse perché ha tante cose da pensare che non può certo fermarsi a ripensare ai sogni. Forse perché suo marito, le sue figlie, la sua casa sono più belli e più interessanti dei sogni. Forse perché talvolta i sogni mettono di mal umore e una mamma non deve mai essere di mal umore. Chi sa? Il fatto è che i sogni della mamma non li conosce nessuno, di solito; ma per quella notte le bambine hanno avuto il permesso di visitare i sogni della mamma. Naturalmente in sogno!
La mamma Rosa sognava. Si trovava con il papà Antonio in qualche posto misterioso. Ma com’era giovane il papà Antonio e come era bella la mamma Rosa!
Il posto misterioso era in effetti un grande castello, un enorme castello, con torri e merletti, con mura altissime e ponte levatoio. Rosa e Antonio entrarono nel grande castello e c’era cento e più stanze, e corridoi e passaggi segreti e cortili e statue che ridevano e tutto quello che c’è in un castello.
Si avvicinarono a una porta, una porta di legno antico, una porta con serratura di ferro, ma era bella e preziosa come un invito. Che cosa c’era dentro? Si sentivano canti e risate. Ma papà Antonio era un po’ intimorito, esitante. Diceva: “Aspetta, aspetta, forse dentro c’è il fantasma Birbone, quello che i nemici li mangia in un boccone!”.
Fu allora che mamma Rosa lo prese per mano gli fece coraggio e videro che la porta antica e invitante era socchiusa, l’aprirono e oh!, meraviglia: si fece avanti Letizia, era una bambina meravigliosa, sorrideva e faceva nascere il sorriso dovunque passava! Che bello stare con Letizia!
Ma, sempre nel sogno, mamma Rosa e papà Antonio continuarono la visita al castello e arrivarono nel labirinto: c’erano corridoi che andavano in tutte le direzioni e si perdevano nel buio. Si sentivano rumori minacciosi e ogni corridoio era misterioso.
Mamma Rosa era incerta: “Non vorrei sbagliare strada e incappare nel fantasma Burlone che ti butta a terra con uno spintone! Non vorrei incappare nel fantasma Dragone, che ti avvelena con il suo dentone!”.
Fu allora papà Antonio che prese mamma Rosa per mano e si avviò con decisione per un corridoio e, fatti pochi passi, ecco che si presenta Sofia! Che bambina saggia era Sofia, conosceva ogni parte del castello e sapeva tutte le risposte e risolveva tutti i problemi.
Quindi Mamma Rosa e Papà Antonio trovarono presto la direzione che portava fino alla camera del tesoro. Ma arrivarono ai piedi di una scala altissima, i gradini erano sconnessi e pericolosi. La scala saliva e saliva e mamma Rosa e papà Antonio erano a un certo punto stremati. Talvolta sentivano anche la minaccia del fantasma Zoticone che ti spaventa suonando il trombone. Poi c’era anche Brontolone che ti pesa sul groppone. E forse c’era anche il fantasma Criticone che scredita ogni buona azione.
Insomma sembrava proprio che non potessero salire fino in alto, alla stanza del grande tesoro.
Ma andavano avanti tenendosi per mano e aiutandosi a vicenda. Al terzo gradino si presentò Costanza, la ragazza forte e decisa. Al suo apparire sembrava che la scala invece che salire scoscesa e inaccessibile fosse diventata una scala mobile, che saliva piano piano.
Stavano per arrivare fino alla stanza del grande tesoro e puff! La mamma si svegliò e le bambine che avevano avuto il permesso di visitare i sogni della mamma si ritrovarono con la mamma che le chiamava: su, bambine pigrone, venite a colazione.
Ma non vi dico la gioia della mamma quando s’accorse che era la sua festa ed erano presenti per festeggiare le sua bambine. Erano loro il segreto della sua gioia: Letizia per sorridere sempre, Sofia per orientarsi nella direzione giusta, Costanza, per superare ogni fatica.
E le bambine gridarono contente: Auguri, mamma! Buona festa della mamma! Eccoci qua per farti felice: siamo Letizia, Costanza e Sofia!
Fonte: www.chiesadimilano.it
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