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In una nascosta mattina di ottobre, un uomo pregava così...

Questa mattina, al termine della S. Messa quotidiana, il nostro parroco ha esposto il Santissimo per qualche istante di adorazione, in occasione delle Quarant'ore, e ci ha aiutato a pregare con queste parole.



Nella prima lettura abbiamo ascoltato questa frase:

“Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, […] Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista su queste cose, perché coloro che credono a Dio si sforzino di distinguersi nel fare il bene”.

Carlo Acutis, un ragazzo milanese, che è stato beatificato sabato, diceva spesso e volentieri questa frase:

“Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.

Ti chiediamo, Gesù, che guardando te impariamo a distinguerci per il bene che facciamo, a diventare originali per il bene che vogliamo, a diventare come tu ci hai pensati per l’amore che riceviamo qui e che sappiamo poi ridonare a dismisura, perché a dismisura lo riceviamo.

Preghiamo perché la nostra originalità non sia dettata da qualche guizzo o schiribizzo del nostro cuore, della nostra pancia, della nostra testa… la nostra originalità sia dettata dal guardare a Te, e alla Tua unicità. Rendici uniti a Te, perfetti nell’unità, rendici unici e irripetibili come tu ci hai pensati, per il bene che riceviamo da te e che doniamo a nostra volta.

Nel Vangelo abbiamo ascoltato questa frase molto vera e anche molto bella di Gesù:

“Ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno”.

L’ha detto a Pietro, pochi istanti prima che lo tradisse.

Carlo Acutis diceva così:

“La felicità è lo sguardo rivolto verso Dio; la tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi”.

La felicità questa mattina è il nostro sguardo rivolto verso di Te, perché tu guardi verso di noi e noi sappiamo di essere guardati da Te, considerati da Te. Non c’è felicità più autentica per una persona che quella di sentirsi amati, guardati, considerati, nonostante quello che siamo.


Oggi il Vangelo ci ha fatto ascoltare anche la buona volontà di Pietro:

“Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte”.

Noi sappiamo che questa frase lascia un po’ il tempo che trova perché poche ore dopo Pietro rinnegherà tre volte Gesù, negherà di averlo conosciuto, di essere uno dei suoi, lo tradirà.


Carlo Acutis diceva spesso:

“La nostra meta è l’infinito”.

Gesù noi siamo qui proprio per questo. Perché anche se abbiamo la consapevolezza di mancare, tutti i giorni, forse anche un po’ di tradirti, il nostro desiderio rimane l’infinito e Tu che sei infinito amore, oggi sei qui davanti ai nostri occhi proprio perché il nostro desiderio possiamo vederlo, magari pian pianino, con Te realizzarlo.


don Antonio

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