Papa Francesco ha chiesto un gesto particolare alla Chiesa intera: un “atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria”.
Venerdì 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione del Signore, nella Celebrazione che ha presieduto lui stesso, si è espresso così:
Non si tratta di una formula magica, no, non è questo; ma si tratta di un atto spirituale. È il gesto del pieno affidamento dei figli che, nella tribolazione di questa guerra crudele e questa guerra insensata che minaccia il mondo, ricorrono alla Madre. Come i bambini, quando sono spaventati, vanno dalla mamma a piangere, a cercare protezione. Ricorriamo alla Madre, gettando nel suo Cuore paura e dolore, consegnando noi stessi a lei. È riporre in quel Cuore limpido, incontaminato, dove Dio si rispecchia, i beni preziosi della fraternità e della pace, tutto quanto abbiamo e siamo, perché sia lei, la Madre che il Signore ci ha donato, a proteggerci e custodirci.
Di fronte alla tragedia che si sta svolgendo sotto i nostri occhi - una delle tante nel mondo, anche perché altre tragedie sembra proprio che non le vogliamo vedere - Papa Francesco ci chiede un gesto semplice, ma anche tanto forte. “Semplice”, infatti la preghiera è un gesto piccolo, povero, perché è “dei piccoli” e “dei poveri”: chi non ha, chiede e prega (“preghiera” infatti deriva da “precario”). Il mondo non ha pace e noi la chiediamo a Dio, guardando negli occhi Chi ci ha dato il mondo. Decidiamo di farlo “consacrando” il mondo al Cuore Immacolato di Maria. “Consacrare” significa rendere “sacro”, rendere “luogo della presenza di Dio”: il cuore di Maria è “sacro” perché ha contenuto Dio... ecco, noi consacriamo il mondo, cioè, con la nostra preghiera mettiamo il mondo nel cuore di Maria ed è come se dicessimo a Dio: “Senti, ora te lo prendi tu e lo fai diventare la tua casa. È vero che ce lo hai dato... ma noi rischiamo di rovinarlo: noi lo mettiamo nel Cuore di tua Madre perché corra il rischio - per una volta tanto - di diventare anche lui immacolato, pulito”.
In una preghiera così c’è tutta la tenacia, tutta la fiducia, tutta la forza, tutta la resistenza, tutto l’amore che sarebbe necessario per realizzare quella pace, barlume di Regno di Dio, che speriamo sempre possa realizzarsi.
Il vostro parroco, don Antonio
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