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"Ma io vi dico" • QUARESIMA 2024



Il DISCORSO DELLA MONTAGNA. Questo rappresenta la riproduzione del bellissimo affresco del Beato Angelico che troviamo sotto il nostro altare. È lì sotto i nostri occhi e sotto la mensa delle nostre Messe, per ricordarci che quanto Gesù ha detto in quel Discorso è diventato vero nella sua vita, nella sua Ultima Cena, nella sua Pasqua. Il Discorso della Montagna è quella raccolta dei detti di Gesù che Matteo ci riporta nei capitoli 5 - 6 - 7 del suo Vangelo e che mette in bocca a nostro Signore all’inizio del suo ministero, mentre parla alla gente radunata presso di lui alle pendici del Monte delle Beatitudini, vicino alle rive del Lago di Galilea. Quella serie di parole che qualcuno ha definito “la Carta Costituzionale del Cristiano”, iniziano con la stupenda pagina delle Beatitudini e terminano con la bellissima parabola della casa costruita sulla roccia. Quella serie di parole così concrete che hanno stravolto la vita e il pensiero di tanti santi e non, di atei, di miscredenti, di persone che nella loro onestà hanno voluto fare i conti con Gesù. Non si può dire infatti di conoscere Gesù, se non si conosce il Discorso della Montagna... qualcun altro ha scritto che è un po’ un “Vangelo nel Vangelo”. Perchè è un’autobiografia di Gesù: sono parole che hanno avuto il coraggio di trasformarsi in fatti. Perchè sono concrete... tremendamente concrete!


Ma io vi dico... Sono le parole che stanno al centro del Discorso della Montagna. In quell’occasione Gesù riprende tante indicazioni dell’Antico Testamento e aggiunge la sua interpretazione. Che - intendiamoci bene - non vuole mai smentire quanto detto prima. Ed è per questo che le parole “ma-io” sono messe proprio sull’ambone in cui si legge generalmente anche l’Antico Testamento. Gesù dice “ma” per imprimere un’accelerazione, per dare vigore, per indicare fi no a che punto può arrivare l’amore: al perdono, alla fedeltà, alla schiettezza, alla disponibilità totale, all’amore dei nemici. Nel Vangelo ci è raccontato che Gesù ha detto (avrete notato che le parole “vi-dico” stanno sull’ambone da cui si proclama il Vangelo...) queste cose, ma ci è pure mostrato come lui ha fatto a realizzarle, fi no alla fi ne. Forse questo era proprio il fi ne della sua vita: mostrarci che si può avere il coraggio di vivere e amare come Lui...


E il Crocifisso di San Damiano all’ingresso serve per ricordarci che questa Quaresima può essere l’occasione per rendere la propria vita un po’ più simile a quella di Gesù, un po’ più vera, un po’ più autentica, un po’ meno mediocre, un po’ più libera... come quella di S. Francesco che, ascoltando quel Crocifisso appena fuori Assisi, decise di prendere tra le mani la propria vita e di imprimerle una svolta, perchè aveva voglia di viverla, di spremerla e di essere felice, come solo quelle Parole gli prospettavano. E noi lo prenderemo come compagno del viaggio che ci porterà a Pasqua.


Bene! Che anche a noi, ascoltando la concretezza di queste parole, possa capitare di essere felicemente riusciti, come Gesù, come Francesco, come soltanto l’originalità di Dio ha pensato per ciascuno di noi.... a cominciare da questa nostra Quaresima!


il vostro parroco don Antonio

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