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OMELIA EPIFANIA 2022

Trascriviamo l'omelia di don Antonio, in occasione della S. Messa del 6 gennaio.


I Magi erano uomini come noi, non avevano mica tanta conoscenza della Bibbia, non erano nati vicino a Gesù, non avevano fatto dei particolari catechismi, eppure dal luogo in cui erano sono arrivati a Betlemme e si sono messi ad adorare quel bambino lì, perché quel bambino lì è Dio… e loro l'hanno riconosciuto. Sono un po’ come noi, ci assomigliano tanto. Anche noi siamo come loro, siamo uomini, no?! E Dio ha attrezzato bene gli uomini, e li ha attrezzati così tanto bene che ha dato loro due strumenti che i Magi hanno, che anche noi abbiamo e che possiamo utilizzare per incontrare Dio. Anzi, guai se non li utilizzassimo. Sapete quali sono i due strumenti? Sono l'intelligenza e il cuore.


In fondo i Magi sono stati uomini che hanno avuto l'intelligenza di guardare le stelle e di vedere che c'era questa stella un poco strana. Si sono domandati prima che cos'era, sicuramente, dopo però hanno fatto quella domanda che è un di più: “Ma cosa dice a me quella stella? Che cosa sta dicendo a me questo fatto che io ho colto, che io ho visto?”. “Al vedere la stella…”: Quattro volte c'è il verbo vedere, anzi per la verità sei, perché quando si dice “ecco” il verbo greco è il verbo “vedere”, come se fosse: “Guarda!”. Cosa c'è di più importante di vedere, di osservare attentamente i segni? Perché Dio i segni li manda e poi sta a noi vederli e volerli vedere, queste sono le persone intelligenti, questa è l'intelligenza. Mi raccomando virgola non dite che l'intelligenza non ce l'hanno tutti, no no, ce l'abbiamo tutti, e sapete qual è la dimostrazione più chiara che noi abbiamo l'intelligenza? Che ci permettiamo di giudicare gli altri in tempo zero. Quindi questa era dimostrazione che noi l'intelligenza ce l'abbiamo, ce l'hanno tutti l'intelligenza, il problema e come la usiamo l’intelligenza! Ma l'intelligenza ce l'abbiamo proprio tutti! Nessuno escluso! Dio l'ha data a tutti. “Ah, ma io non capisco!”. Fermati! Guarda, osserva, rifletti.


E poi il cuore. Perché dai, chi gliel'ha fatto fare di fare 2000 e passa chilometri? Ci sono due ipotesi sui Magi: o da est, quindi la Persia, oppure da sud. L'ipotesi da est dice che erano tre, invece quella da sud dice che erano 12, i cristiani diritto a siriaco pensano che i Magi siano 12, come gli apostoli, guarda caso, come le tribù di Israele, guarda caso.


Però, comunque sia, arrivavano da lontano. Chi gliel'ha fatto fare?! Il cuore, il coraggio; perché il coraggio vuol dire avere cuore, non vuol dire avere colpi di testa, vuol dire avere il cuore che ama a sufficienza, che desidera a sufficienza per farti muovere. E i Magi ce l'hanno avuto eccome! Tanto intelligenti, quanto gente di cuore, coraggiosa, che si è fatta un viaggio, e chissà quanto ci hanno smenato! E chissà quanto hanno pagato, anche! Non soltanto per i doni, ma anche per fare il viaggio, non so se ci avete mai pensato, perché oggi ce la caviamo abbastanza, con qualche offerta di qualche volo, se stiamo attenti spendiamo anche poco, ma ai tempi i voli non c'erano, il Frecciarossa nemmeno, e neanche Italo che ti faceva gli sconti! Quanto avranno pagato, quanto ci avranno smenato di tasca loro?!

Forse perché davvero desideravano tanto, in fondo la stella è sempre stata il segno di un desiderio forte, di un desiderio grande. E chi vede la stella è perché desidera.


C'è un problema però: che queste due grandezze noi dovremmo tenerle sempre insieme, cioè che l'intelligenza e il cuore funzionino sempre insieme: Le letture e la storia dei Magi ci hanno detto queste due cose: che è molto pericoloso quando l'intelligenza è senza il cuore, perché si corrono tre rischi grossi.

Quando uno è intelligente e non ci mette il cuore rischia la pigrizia. Io ho constatato questo nella mia vita, potreste anche smentirmi: che le persone più pigre sono le più intelligenti, perché trovano 1000 modi pur di non far niente, e 1000 giustificazioni pur di non far niente. Abbiamo un'abilità nell'inventiva pur di non fare niente. E lì si dimostra che il pigro è intelligente. Guardate Erode: non si è mosso di una virgola. Sapeva dove andare, si è mosso? No. I farisei e gli Scribi sapevano dove andare, si sono mossi? No. I Magi sì, perché avevano cuore. La città di Gerusalemme era di strada, si è mosso qualcuno? No. Si sono mossi i Magi, che arrivavano da chissà dove.

L'intelligenza senza cuore o ti fa diventare pigro, o ti fa perdere nelle tue conoscenze, nelle tue informazioni. Anche i Magi avevano bisogno di informazioni, se le erano cercate, le avevano studiate, chiedono anche altre informazioni, vanno dai saggi, dagli Scribi, da chi ne sa. Anche Erode si informa accuratamente, ma rimane lì, perché le informazioni non bastano, ma neanche nella vita bastano le informazioni, eh! In qualsiasi campo della vita. Un'educazione che è basata soltanto sull'informazione è miope: io non posso dire a un ragazzo “Ti dico che cos'è la droga e così tu non ti droghi”, perché non è sufficiente, è una Pia illusione. Oppure, anche nel campo dell'educazione sessuale, io posso spiegare ha un ragazzo come è fatto un apparato, posso dargli in mano anche tutti gli strumenti ma, se non gli dico che cosa gli succede dentro, come posso attrezzarlo? L'informazione non è formazione, perché la formazione ha bisogno di un senso, di una direzione, di un cuore che sceglie, e che sa cosa scegliere, cosa è bene per lui, e cosa vuol dire voler bene.

Si diventa cattivi. Quando si è intelligenti senza cuore si diventa spietati. Tutti sappiamo come è finita questa vicenda dei Magi, vero? I Magi sono andati via e Erode ha fatto la strage degli innocenti. Proviamo a pensare quando con la nostra cattiveria ci mettiamo a prendere di bersaglio qualcuno, se ci ricordiamo chi è, che storia ha, da dove arriva, cosa gli sta capitando, o se mettiamo tutto questo in sospeso e procediamo per principio… perché un'intelligenza senza cuore diventa cattiva, spietata, spietata. Anche i demoni sanno chi è il figlio di Dio, ma non ci vanno certo incontro, anzi, si mettono in tutte le strade per mettere i bastoni tra le ruote.


E l'altro rischio e il rischio opposto: quello di avere un cuore senza intelligenza. E su questo ci ha illuminato benissimo la seconda lettura, magari con parole che a noi dicono poco, ma che ai tempi di San Paolo dicevano un sacco, e che dicono un sacco anche a noi. Un cuore senza intelligenza cosa fa? Diventa – dice San Paolo – empio: “è apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'empietà”. Sapete cos'è l'empietà? L'empietà e quella che una volta chiamavamo la mancanza di timor di Dio. Cioè vuol dire: “Massì, ma tanto chi ti controlla? Chi ti vede? Massì! Ma fallo! Tanto chi ti vede? …che ne sai?”. Ecco un cuore senza intelligenza; l'intelligenza invece ti dice a chi devi rendere conto, che cosa stai facendo, te lo ricorda. E poi continua: “… ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani”: cosa sono i desideri mondani? È un cuore impazzito, un cuore senza intelligenza; un cuore che funziona soltanto per gli istinti, per la pancia che ha e che è. Sento questo e allora… PAM! Subito! Quello che a volte si dice: “Va’ dove ti porta il cuore”, stiamo attenti: usiamo l'intelligenza per vedere dove ci sta portando il cuore, perché Dio ce l'ha data apposta.


E poi c'è un cuore duro. Il cuore diventa duro quando non usa l'intelligenza, perché si dimentica -appunto- di chi c'è dietro, di chi ha davanti, o meglio della storia che c'è dietro alla persona che ha lì davanti, ad esempio. Continua la seconda lettura: “…di essere pronti ad ogni opera buona, di non parlare male di nessuno”. Di non parlare male di nessuno: il pettegolezzo è un peccato, a scanso di equivoci! “… Di evitare le liti, di essere mansueti”, che vuol dire capaci di puntare dritto al bene; e per puntare dritto al bene -permettetemi- oggi come oggi ci vuole coraggio, ci vuole cuore.


Chiediamo ai Magi di essere uomini, come loro, capaci di essere intelligenti, di esercitare l'intelligenza e di esercitare il nostro cuore. E chiediamo di tenere insieme queste due cose, perché quando intelligenza e cuore funzionano, Dio c'è, e neanche troppo lontano: tant'è vero che i Magi non rimangono a Betlemme ma se ne tornano a casa, perché hanno scoperto il segreto guardando Gesù.


don Antonio Corvi


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