Santo, perchè qualitativamente diverso, migliore, denso e pieno di Dio. Questo è il significato della parola “santo” per l’antico ebreo: l’aggettivo in questione derivava dalla stessa radice che si usava per il verbo “tagliare”: quindi, “santo” è ciò che è frutto di una separazione, di una “diversifi cazione”, di una “de-cisione”, che in latino starebbe - guarda un po’! - per “tagliare-da”. Perchè la santità è frutto delle nostre decisioni, delle nostre scelte, di quei nostri desideri che diventano concreti perchè cercano di trovare dei passi, delle strade, delle “vie”. Anche quando potrebbero portarci ad essere “fuori dal coro”, con poche persone attorno, se no addirittura “soli”. Del resto le decisioni più vere sono quelle che si fanno “da soli”, meglio sarebbe dire “in prima persona”. Dio infatti non ci vuole soli, anzi... Vuole proprio stare con noi e vuole che noi prendiamo le nostre decisioni con Lui. Per questo abbiamo pregato lo Spirito Santo il primo giorno dell’anno: non perchè Dio fosse sempre con noi... questo Lui è capace di farlo! Ma perchè - piuttosto - noi prendessimo sempre le nostre decisioni con Lui, perchè noi confrontassimo con Lui le nostre “prese di posizione”, perchè noi facessimo il cosiddetto discernimento. Discernimento è la facoltà di scegliere bene, guardando il Bene e chiedendo al Bene stesso di poterlo raggiungere.
Non c’è che una sola felicità, quella di essere santi. Così scriveva Leon Bloy, un convertito francese di fine XIX secolo. Ve lo scrivo perchè la santità è proprio sorella della felicità, e come quest’ultima è fatta delle nostre decisioni, delle nostre scelte, del nostro coraggio. Non mi pare possa esistere una felicità che non conosca il coraggio delle decisioni, la lucidità delle determinazioni, la fatica delle “prese di posizione”. E tutte queste cose possono esistere se il Buon Dio ci assiste con la delicatezza e la discrezione del suo Spirito: Dio ama proprio la nostra libertà e la nostra responsabilità e le ha legate incredibilmente - e meno male - alla nostra felicità e alla nostra santità. Dio conosce quella felicità che è frutto di scelte libere e responsabili, perchè Lui è così, felice, libero e responsabile. Noi siamo fatti “a sua immagine e somiglianza”; Gesù ci ha mostrato come si fa ad essere santi e felici allo stesso tempo. A noi dunque tutto il tempo necessario - quest’anno - per diventare felici e santi con quello strumento incredibilmente potente che è la nostra libertà e la nostra responsabilità. Ci tengo a precisare che “responsabilità” è una bella parola, è una parola che dice il “bello” della nostra vita, perchè la proietta verso l’Alto/Altro e verso gli altri in una sola azione: la scelta. E ci chiede tutta la consapevolezza possibile.
È ciò che ci fa “uomini”, “persone”, meglio “figli di Dio”. La notte di Natale abbiamo sentito proprio questo: “A quanti lo - Gesù - hanno accolto ha dato il potere di diventare fi gli di Dio... perchè da Dio sono stati generati”. Non somigliamo certo a Dio per gli occhi, per i capelli o per il naso (nel mio caso ... povero Dio!), ma per la nostra libertà e la nostra responsabilità assolutamente sì! E sicuramente Lui vorrebbe noi che somigliassimo a Lui per la nostra felicità e la nostra santità. Chissà come sarebbe felice di vederci... liberi, responsabili, santi e felici! Ecco questo io vi auguro all’inizio di quest’anno e di vero cuore: siate felici perchè con libertà e senso di responsabilità riuscite ad essere uomini! ma che dico... santi!
il vostro parroco don Antonio
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